Orso al Risveglio
C’è una pista che è come la vita.
Si apre alla luce e subito dopo chiama il buio su di sé e si nasconde nella foresta; si inerpica sui monti dove il cammino è fatica e le speranze sono pesi; barcolla sulle rocce; inciampa sulle pietre e guarda sé stessa rotolare nel vuoto.
Poi, d’improvviso la luce torna sulla scena dalla quale era fuggita e l’intorno si fa di nuovo rigoglioso.
Giù, allora, verso il fiume, dove vi aspetta l’amore; voi che cercate l’imponderabile e che vedete i vostri corpi avvinghiarsi nel vortice, insinuarsi nei misteri e poi nei sentieri del piacere. Di nuovo la strada che si fa sfuggente, i ricordi che prendono a correre lontano da voi. Non riconoscete né la terra che calpestate, né l’aria che respirate. Non ci sono fiori da curare, non ci sono cieli da scalare.
La luce e il buio; i corpi che si allontanano e i cuori che vi accolgono.
C’è una pista, dunque che è come il racconto del rapporto fra Chumani e Orso al Risveglio .
Il loro cammino inizia che la vita è ancora assai lontana dal suo racconto e li vede inseparabili, crescono come due radici dello stesso albero.
Corrono appaiati dietro alle code degli animali e nella medesima condizione inventano giochi, dei quali sono i tutori e i maestri. Chumani e Orso al Risveglio cercano entrambi un mondo tutto loro, interdetto agli adulti e alle loro regole. Desiderano la stessa scena, condividono il grande sogno. Chumani era già oltre, avrebbe voluto che quel presente fosse anche il suo futuro; Orso al Risveglio immaginava le imprese che lo attendevano per avere lei come sua sposa. Un sentiero di petali di rose per arrivare alla loro magica dimora.
Sembravamo, racconta Chumani, due pulcini innamorati. Forse lo erano, pur nella comparsa delle prime piccole ombre che divaricavano i loro desideri. Lui vuole stare dentro la nuvola dei guerrieri che partono per la battaglia; lei si accontenta di accudire la loro dimora. Stesso presente, diverse le aspettative. Continuano a giocare e a sognare tenendosi per mano, fin quando le crescite esplodono; sarà allora la vita a chiamarli a raccolta, assegnando a ciascuno la propria strada.
I petali di rosa si sono frantumati e i sogni si svelano per quello che sono: vane illusioni. Ciascuno cammina nel proprio destino, lontani uno dall’altra.
Chumani arranca nei rimpianti; Orso al Risveglio cresce impetuosamente, cerca onori e gloria. Lui vuole imparare a tendere l’arco, a usare la lancia, piacere alle ragazze e vivere da guerriero. Desideri che saranno anche ossessioni ed entrambe riempiranno la sua vita.
Orso al Risveglio è sempre più lontano, immerso nella sua nuova dimensione mostra le sue prime prede, le testimonianze del valore che ogni guerriero aspira, prima o poi, a mettere in evidenza; accoglie gli amori fugaci; volentieri indossa gli abiti dell’orgoglio che forma il guerriero destinato a raccontare le memorabili imprese.
Chumani non lo ha dimenticato, né lo ha mai visto lontano dal suo cuore. La loro casa che non c’è sta ancora attendendo quel ragazzo che cavalca furioso u ben altre piste. Ma la memoria puoi disarcionarla dal suo cavallo, la puoi incrinare, non puoi sopprimere i sentimenti e le passioni che riemergono dalle profondità nelle quali erano scivolati.
“Sei stata il mio sogno, Chumani …”, dice Orso al Risveglio alla ragazza che non ha mai estromesso dal suo cuore.
Lo sei stata, Chumani, “quando i sogni erano davvero sogni e noi volevamo il migliore …”. Chumani è’ in ambasce e il suo cuore è in viaggio. I dubbi, quelli, restano dov’erano, dentro la sua mente.
Sarò ancora il suo sogno? È la domanda di Chumani, lei aspetta la conferma dall’amore. Orso al Risveglia si districa fra la parole, si barcamena nella confusione. Poi è solo l’amore.
“Ci sono ancora, Chumani, nei tuoi sogni?”.
Quel ragazzo, Chumani, l’aveva inseguito per anni, fra le speranze e i detriti, per udire quella frase rivolta a lei da Orso al Risveglio. La passione aveva trovato un varco ed era esplosa.
Fare all’amore fu solo la naturale conseguenza dell’amore ritrovato senza essere mai stato vissuto. Poi … poi la maledetta altalena fra le luci e il buio. I bianchi stavano costruendo la ferrovia e i bisonti erano di molto diminuiti, rimasti in gran parte sull’altro lato della strada ferrata. La lotta chiamava i suoi guerrieri.
Quella volta la battaglia fu terribile e nefasta, i guerrieri tornarono sconfitti, lacerati e delusi.
Il corpo di Orso al Risveglio, riverso sopra un cavallo, Chumani lo riconobbe dal fulmine rosso tatuato sul calcagno.
Di nuovo la parte peggiore della vita franava su Chumani. Orso al Risveglio non c’era più, tornavano i rimpianti e l’atroce dolore.
E la vita? Avrebbe ancora consolato Chumani?
La ragazza aveva avuto una visione, tempo prima. Aveva saltato un fosso e dall’altra parte udì il lamento di un orso, sovrapposto al nitrito di un cavallo che scalciava l’aria. Occorre aspettare che la visione si compia.

brano musicale:
Antonello Venditti – L’orso bruno